Le verità senza segreti che tutti si vergognano di dire per fare bella figura nelle recensioni.
Mi limiterò a parlare della vacanza appena fatta, perché Sailsquare, di per sé, ha bisogno di qualcosa esclusivamente dedicato, e non sono tutte rose e fiori.
Mi spiace anche che l'agenzia con la quale ho viaggiato si prenda lo sfogo accumulato negli scorsi anni che ho sempre taciuto, dal momento che mi sono trovato meglio di altre volte.
Inappropriato che l'organizzazione, (come sempre successo) scelga e decida la suddivisione dell'equipaggio nelle barche della flottiglia senza conoscere alcunché dei partecipanti e senza neanche un test conoscitivo individuale precedente, come mi è successo anche nelle altre occasioni con differenti organizzatori.
Si può avere fortuna, ma il più delle volte non è detto.
Magari prima viene riunito qualcuno che già si conoscono fra loro e che lo richiedono, per poi mettere i rimasugli tutti insieme, senza niente in comune.
Questo è determinante per l'andamento di tutta la settimana, e quelli che poi dicono "tanto staremo sempre tutti insieme" non sono affatto credibili. Anzi, già si capisce che sarà l’opposto.
Perlomeno in questa occasione la composizione e la scelta delle camere era libera, anche se dettata dal primo raggruppamento nella barca, già prestabilito.
La vacanza mi è piaciuta. Esperienza interessante nel complesso.
Il maltempo degli ultimi giorni ha rovinato qualche piano.
Sono molto soddisfatto e sollevato delle piacevoli persone che facevano parte del mio equipaggio a differenza di altre esperienze vissute in barca, e ci sono comunque quelle mancanze che ti fanno pensare, fra cui… la “fiesta” nella barca dove saresti voluto essere, con persone con le quali avresti voluto condividere più che brevi incontri fugaci, durante le poche soste insieme disorganizzate, e conseguentemente sono quindi rimasto deluso che la flottiglia NON È STATA proprio una flottiglia, determinato anche dagli skipper che non hanno favorito l'incontro e i ritrovi con tutti i partecipanti (chi altri arebbe dovuto farlo?), pensando solo al proprio equipaggio, e fra l’altro anche ormeggiando immotivatamente troppo distanti in rada giorno e notte (dato che in porto non si può scegliere il posto), partendo e arrivando in tempi diversi, evitando a volte di scendere a terra o riunirsi tutti insieme, come pure navigare, proporre e promuovere l'incontro a partire dalla semplice cena in gruppo. Eventi accaduti UNA volta in una settimana non fanno di questi una particolarità, perché era un'aspettativa quotidiana e continua.
Se poi a qualcuno va bene così, perchè partito con l'intenzione di cercare tranquillità, avrebbe tranquillamente potuto scegliere fra le centinaia di proposte senza flottiglia con 3-4 persone in barca. Allo stesso modo di chi vuole comparire in una foto di gruppo e obbliga gli altri a non pubblicarla nei social perché non vuole farsi vedere.
Queste cose le pensano tutti, ma nessuno ha il coraggio di dirle al contrario mio.
L’utilizzo del tender, compreso nel quanto mai oneroso starter pack, sarebbe potuto essere usato più di una volta in tutta la settimana. Non nego che lo skipper è stato capace e divertente, tuttavia avrebbe dovuto accontentare l’equipaggio e non tenerci segregati in barca lontano da chiunque solo perchè lui non voleva uscire dalla stessa, essendo al corrente nel frattempo dell’altro equipaggio che scendeva a terra.
Delle persone degli altri equipaggi presenti non mi rimane assolutamente niente: nessun legame, flebili ricordi, brevissime esperienze vissute insieme che non sono potute essere approfondite per quanto appena detto.
Tralasciando i costi di spostamento per raggiungere il luogo di partenza (aereo, treno, bus, auto) come in tutte le vacanze, in barca la spesa diventa oltremodo eccessiva (riferito a tutte le esperienze proposte dal sito): è come pagare 1000€ per una settimana in un hotel 5 stelle senza avere (e dover pagare un bel po’ per averli) lenzuola, asciugamani, pulizia della camera, alcun pasto, e ogni volta che vuoi dormire la notte nel letto devi pagare per farlo (in porto), tranne se dormi per terra (in rada). Gli equipaggi delle barche come se fossero su piani diversi dell'hotel (al primo, al quinto e al decimo), non collegati fra loro e solo lo skipper con le chiavi dell'ascensore, a meno che non ti arrampichi dall'esterno (cioè lo raggiungi a nuoto, ma di notte come si fa?): il nostro skipper preferiva restare nel suo piano.
Lo dico per tutte le iniziative: è ridicolo che oltre la spesa iniziale si debba ancora aggiungere soldi per avere lenzuola, asciugamani (fra l’altro sempre macchiati), pulizie finali, pasti acquistati e cucinati da soli, carburante, attracchi ai porti. Il prezzo per l’adesione dell’esperienza è tutt'altro che irrilevante, specialmente scegliendo la vacanza in flottiglia, e una persona sceglie la flottiglia per fare la vacanza in gruppo e soprattutto CON il gruppo, piuttosto che solo con i pochi compagni di viaggio che già vede 24 ore al giorno.
Mi sembrava di aver capito anche della presenza di una quota messa a disposizione per gli imprevisti che sarebbe dovuta servire per pagare la notte aggiuntiva nel porto dove ci siamo fermati una seconda notte a causa del maltempo, ma non se ne è fatta menzione al momento opportuno e neanche in seguito; come pure di una caparra che sarebbe stata restituita in assenza di danni all’imbarcazione: chi ne ha più parlato? Dove finiscono questi soldi?