Lipari è l’isola più grande e popolata, spesso scelta come punto di partenza per le vacanze in barca a vela. Ospita numerose spiagge e calette imperdibili: Ponticello, un mix tra ghiaia, pietra pomice e sabbia; la spiaggia bianca di Papesca; Acquacalda, sovrastata da una particolare montagna bianca di pietra pomice e Canneto, indicata per famiglie con bambini. Secondo la mitologia greca, il dio Eolo (da cui prende il nome l’arcipelago) viveva proprio a Lipari ed era in grado di prevedere le condizioni del tempo osservando proprio la forma delle nubi sbuffate da un vulcano attivo, probabilmente Stromboli.

L’isola di Vulcano, dall’atmosfera primordiale e paesaggi dal fascino quasi ostile, ospita dei luoghi imperdibili Tra questi, la spiaggia dell’Asino di sabbia nera, le terme di Vulcano, pozze naturali di fanghi caldi, e il cratere del vulcano che si può raggiungere con un’escursione, durante la quale potrete godere del migliore panorama sull’ arcipelago. Il nome dell’isola ha origini mitologiche: i Greci posero proprio qui le fucine del dio Efesto, che con i Ciclopi forgiava le armi per gli dei; successivamente i Romani lo ribattezzarono col nome di Vulcano.

L’isola più piccola e più mondana dell’arcipelago. Tra le spiagge più rinomate potrete trovare Cala Junco e Punta Milazzese, poco distante dal villaggio preistorico. In barca a vela potrete raggiungere i bellissimi isolotti di Basiluzzo, Lisca Bianca e Dattilo. Gli appassionati di immersioni nei pressi di Lisca Bianca possono visitare il relitto del Lanishen, una nave mercantile affondata all’inizio del 1900 dopo aver urtato gli scogli. Lo stato di conservazione dei tronconi di poppa e di prua è buono, mentre la parte centrale è diventata la casa di centinaia di murene, castagnole e cernie.

Chiamato anche Iddu in siciliano, Stromboli è uno dei vulcani più attivi al mondo. È soprannominato il “faro del Mediterraneo” per la sua costante attività e visibilità. I più sportivi, munendosi di scarpe da trekking, potranno salire in cima al vulcano di Stromboli e godere di una vista mozzafiato. Ma il must è la veleggiata sotto la “Sciara del Fuoco”, un pendio di cenere e lava che dal vulcano si tuffa nel mare, proseguendo poi per l’isolotto di Strombolicchio, costituito dal residuo di magma del camino vulcanico originale, risalente a 200 mila anni fa. Il villaggio di Ginostra, accessibile in barca a vela, è famoso per il Pertuso entrato nel guinness dei primati per essere il porto più piccolo del mondo; oggi è stato ampliato ed è raggiungibile anche da traghetti.

Salina è l’isola più verde delle Eolie e deve il suo nome a un laghetto salmastro costiero nella frazione di Lingua, che un tempo era utilizzato come salina e oggi è riserva naturale protetta. Tra baie, insenature e acque cristalline, custodisce piccoli segreti nell’entroterra e lungo le coste, da scoprire percorrendo uno dei tanti sentieri che attraversano l’isola. Salina è la patria della Malvasia, il cosiddetto “nettare degli dei”, ma anche del cappero, che grazie alle caratteristiche del terreno, della coltivazione e della conservazione ne fanno un prodotto unico e l’emblema stesso dell’isola.

Un piccolo paradiso naturale dall’animo selvaggio e fuori dal tempo, dove pace e tranquillità regnano sovrane. L’isola è infatti popolata da pochi abitanti, insediati per lo più a Filicudi Porto. Oltre alla famosa Grotta del Bue Marino, due soste da non perdere sono il Faraglione La Canna e lo Scoglio di Montenassari, raggiungibili solo via mare. Il Faraglione La Canna è soprannominato il guardiano di Filicudi per la sua forma che ricorda la Madonna col bambino. Una popolare leggenda narra infatti che basta toccare lo scoglio per far sì che i desideri si avverino.

L’isola situata nella parte più occidentale dell’arcipelago, eppure abitata e coltivata fin da tempi antichissimi. Il suo nome deriva da “Ericusa” per il gran numero di eriche presenti sul territorio. E’ l’isola a “inquinamento zero”, mancano del tutto strade carrozzabili, quindi niente auto e motorini (tranne che in un brevissimo tratto nel porto). Per affrontare scalinate e mulattiere in pietra lavica che collegano il porto a contrada Tonna, San Bartolo a Pianicello, ci si affida ai propri piedi e agli asinelli allevati sull’isola.